venerdì 8 gennaio 2010

Cocktail Maldoror: SLOOP JOHN B(osch)






Hyeronimus Bosch, La nave dei folli, tempera su tavola, ultimo decennio del XV secolo. Parigi, Muséee du Louvre.



                                                                                                           
The Beach Boys, Sloop John B (Traditional). Copertina del singolo (Capitol records, 1965). Brian Wilson è il quarto da sinistra.


 Nel suo assalto al cielo della perfetta canzone pop Brian Wilson scambia la tavola da surf (che peraltro non aveva mai imparato a cavalcare) per il brigantino John B. Soltanto l'anno dopo, con Smile, il più importante e doloroso naufragio della musica pop, apparirà chiaro che il vecchio Sloop John B del Kingston Trio era, nè più ne meno, la  Narrenschiff di Sebastian Brant e di Hyeronimus Bosch -con buona pace di altri pretendenti al titolo (The doors, Grateful Dead, John Cale meglio di tutti). Tanti anni dopo, David Thomas dei Pere Ubu paga in parte il suo debito in un raro CD+, dove tra l'altro si può ascoltare una fantastica versione patafisica del pezzo e leggere come e qualmente il luminoso immaginario della California dei Beach Boys (Brian Wilson fu senz'altro il più grande architetto di miti di tutto il pop, insieme al'amato Phil Spector) distasse appena un passo dalla Cleveland del disastro postindustiale alla metà degli anni Settanta--Infin che l'mar non fu sovra noi richiuuso.

"It’s the [Sloop John B.] third verse  that clinches it. The cook goes nuts, throws the grits (or grip!) overboard & eats all the food. The bass drives across the last chorus & transports you to the rolling deck of a ship of fools. Staring at the horizon you see in vision that this ship of fool is what the world is like."
David Thomas, The Beach Boys See Dee plus

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