giovedì 14 gennaio 2010

Marcel DuCramps

I Cramps fecero uscire Flame Job nel 1994, dopo tre anni di silenzio dal precedente Look Mum no head! Come da un po' di tempo, nessuno si aspettava troppo da loro, tranne gli Avvertiti (quorum ego) che, comunque si aspettavano abbastanza.
E abbastanza fu: non solo per lo sfavillante vinile rosso che faceva capolino da una copertina  fetish  con tanto di fiamma ossidrica (Poison Ivy-Rorschach in excelsis!), ma anche, e soprattutto per me, per la citazione sul retro della copertina.

Sissignore, Man Ray in un disco Psychobilly! Dunque anche i Cramps avevano gettato la maschera: non erano soltanto degli archeologi militanti di pulsioni primordiali(Sesso droga rock and roll e paura), ma anche dei maturi, consapevoli intellettuali che rileggevano con sei corde e un distorsore i Sacri Testi delle avanguardie storiche.
 Tutto appare ancora più chiaro alla fine della prima facciata: Naked Girl falling down the Stairs è il perfetto anello mancante tra il Nu descendant un escalier di Marcel Duchamp e una scena tagliata di un film di Russ Meyer, magari Faster Pussicat Kill! Kill!, mentre il video gioca con minimale understatement tra suggestioni op-art, design anni sessanta e sexploitation. Ma non è finita qui: a chiudere il disco c'è una sepolcrale, spasmodica Route Sixty-six che si candida prima inter pares tra le innumerevoli versioni del classico di Chuck Berry.  Quando, un anno fa circa, ha incontrato Lux Interior, Marcel Duchamp ha sorriso e ringraziato. Di sicuro.

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